Corso di Storia dell'Arte 2019
Venezia dell’Arte venduta
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Description
Ateneo Veneto e Associazione Amici dei Musei e Monumenti Veneziani
CORSO DI STORIA DELL'ARTE 2019
diretto da Camillo Tonini
VENEZIA ottocento - dispersione e conservazione del patrimonio Artistico e nuovo collezionismo
Martedì 5 Novembre 2019 - Aula Magna, ore 17.30
Lezione inaugurale
Venezia dell’Arte venduta
Relatore: Fabio Isman
Sarà il noto giornalista Fabio Isman a inaugurare quest’anno il Corso più seguito e più atteso tra quelli istituzionali dell’Ateneo Veneto.
Martedì 5 novembre riprende in Aula Magna il Corso di Storia dell’Arte, che rinnova anche la collaborazione tra l’Associazione degli Amici dei Musei e dei Monumenti Veneziani e l’Ateneo Veneto.
Il ciclo di incontri di quest’anno continua l’analisi avviata lo scorso anno sull’Ottocento, un secolo travagliatissimo per Venezia, carico d’inevitabili dolorose rotture con il suo glorioso passato.
Un secolo in cui sono iniziati i grandi cambiamenti storici che hanno trasformato il tessuto sociale e urbanistico della Città; un secolo ricco per le radicali innovazioni sul piano intellettuale e artistico che hanno portato Venezia ad aprirsi a una dimensione culturale sempre più internazionale.
Il Corso di Storia dell’Arte 2019, diretto da Camillo Tonini, pone l’attenzione sugli esiti della dispersione del patrimonio artistico nel corso del XIX secolo. La fine della Serenissima infatti portò con sé anche la crisi delle famiglie patrizie e la secolarizzazione delle istituzioni ecclesiastiche. Ne derivò la formazione di musei e istituzioni pubbliche di ogni tipo, anche naturalistico, e la nascita del collezionismo privato.
Un destino piuttosto comune anche per tutto il resto d’Italia, dove buona arte del nostro patrimonio si è allontanata dal territorio nazionale. Quadri, statue e sculture, libri e intere biblioteche, codici miniati, porcellane, mobili, manufatti pregiati: l'Italia, e così anche Venezia, ha venduto la propria arte, perché mutavano i gusti o perché i patrimoni andavano in rovina. Una storia che vale la pena di essere raccontata, e di cui Fabio Isman spesse volte si è occupato, riflettendo sul moltissimo che è sparito.
Fabio Isman, vive a Roma ed è di origine triestina. E’ passato per le redazioni del Piccolo di Trieste e del Gazzettino di Venezia per poi approdare al Messaggero di Roma. Dopo essersi occupato per decenni di politica, scandali politici, processi e terrorismo, da trent’anni scrive soprattutto di arte e cultura ed è particolarmente attento al saccheggio dell'archeologia clandestina in Italia.
Collabora con diverse testate specializzate nel settore dei beni culturali, come Il Giornale dell'Arte, The Art Newspaper e Bell'Italia, dove è titolare della rubrica "Fuoriluogo".
L’ingresso è libero.
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