Biennale Teatro 2016 | 2 agosto
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Descrizione
PROGRAMMA MARTEDÌ 2 AGOSTO
ore 16.00
Teatro Piccolo Arsenale
Incontro con Simon Stephens e Stefan Kaegi
ore 20.00
Teatro alle Tese - Arsenale
Oskaras Koršunovas
ŽUVEDRA (IL GABBIANO, 170’) prima italiana
(spettacolo in lituano sottotitolato in italiano e inglese)
di Anton Cechov
traduzione Sigitas Parulskis
regia Oskaras Koršunovas
con Martynas Nedzinskas (Konstantin Gavrilovic Treplev), Nele Savicenko (Irina Nikolaevna Arkadina), Darius Meškauskas (Pëtr Nikolaevic Sorin), Agnieska Ravdo (Nina Michailovna Zarecnaja), Vytautas Anužis (Il'ja Afanasevic Samraev), Airida Gintautaite (Paolina Andreevna), Rasa Samuolyte (Maša), Darius Gumauskas (Boris Alekseevic Trigorin), Dainius Gavenonis (Evgenij Sergeevic Dorn), Kirilas Glušajevas (Semën Semënovic Medvedenko)
scene Oskaras Koršunovas
costumi Dovile Gudaciauskaite
luci Eugenijus Sabaliauskas
video Aurelija Maknyte
musica originale Gintaras Sodeika
DESCRIZIONE
Fondatore dell’OKT - gruppo indipendente divenuto, in poco tempo, primo teatro di Vilnius - Oskaras Koršunovas, classe 1969, si è affermato per il lavoro sulla drammaturgia classica e contemporanea e sul tempo presente. Nella realtà mutevole del nostro tempo, appare evidente quanto sia delicato e faticoso il campo d’indagine scelto dal regista, soprattutto se si pensa alla Lituania dei primi anni ‘90, appena uscita da un cinquantennio di occupazione sovietica.
Investigando il proprio essere al mondo, confrontandosi attraverso il teatro con le dinamiche sociali e esistenziali, Oskaras Koršunovas ha attraversato i testi scelti nel suo viaggio creativo, rovesciandoli radicalmente in prospettive estremamente legate all’hic et nunc non solo scenico ma anche politico e sociale.
Il Gabbiano è la proposta per il cartellone della Biennale Teatro: la lettura metateatrale del testo di Cechov è ancora all’insegna della ricerca, dell’ipotesi, della performance in cui l’attore si mette in gioco, cercando senza sosta il personaggio che deve interpretare. Attori e personaggi si intrecciano, si interrogano, si parlano, rimanendo lontani eppure vicinissimi, dialogando con gli spettatori o parlando al proprio cellulare: una prospettiva da work in progress, da prova aperta, da discussione franca, a cavallo tra vita e rappresentazione. La scena è uno spazio neutro, forse una sala prove, pavimento scuro e soffitto con illuminazione diffusa, dove si muovono liberamente attori tra verità e finzione, colti in una prova speciale, in un momento particolare del loro percorso creativo, tra sfoggio tecnico e riflessione personale che spinge a uno scavo nella psiche umana. Consapevole dell’importanza de Il Gabbiano nella storia del teatro del Novecento – a partire dal lavoro di Stanislavskij e Mejerchol’d nell’allestimento al Teatro d’Arte di Mosca – Koršunovas affronta ancora Cechov per capire cosa possano essere le “nuove forme” evocate da Kostia e Nina.
Per info sui biglietti si rimanda al sito ufficiale de La Biennale di Venezia.
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