Le charme du clavecin et ses amis
Concerto per clavicembalo, flauto dolce, violino e viola da gamba
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Descrizione
Concerto degli studenti Conservatorio di Venezia
Programma
JEAN-PHILIPPE RAMEAU (1683 - 1764)
Premier concert, Pièces de clavecin en concert avec un violon ou une flûte et une viole ou un deuxième violon, (Paris 1741)
La Coulicam
La Livri
La Vézinet
ANTOINE FORQUERAY (1672-1745)
dalla Cinquième Suite, Pièces de viole composées par Mr.Forqueray le Père mises in Pieces de Clavecin par Mr.Forqueray le Fils (Paris, 1747) La Sylva
Jupiter
CHARLES DIEUPART (1676-1751)
1re Suitte, Six Suittes de Clavessin Divisées en Ouvertures, Allemandes, Courantes, Sarabandes, Gavottes, Menuets, Rondeaux & Gigues, Amsterdam (1701)
FRANÇOIS DUVAL (1672-1728)
Sonata ottava, Premier livre de sonates et autres pièces pour le violo et la basse (1704)
ANTOINE FORQUERAY
dalla Quatrième Suite, Pièces de viole (Paris,1747)
Le Carillon de Passy
La Latour
JEAN-PHILIPPE RAMEAU
Cinquième Concert, Pièces de Clavecin en Concert ...
La Forqueray
La Cupis
La Marais
Miron KonjeviČ - clavicembalo
Daniele Rotilio - violino
Gianvittorio Trevisiol - flauto dolce
Marcello Alemanno - viola da gamba
Note al programma
Le Pièces de clavecin en concert avec un violon ou une flûte et un viole ou un deuxième violon di Jean-Philippe Rameau, pubblicate per la prima volta nel 1741, consistono in cinque Concerts, assai simili a delle suite de pièces, in cui il violino e la viola da gamba accompagnano il clavicembalo, virtuosistico elemento centrale, creando continui dialoghi e raffinati intrecci in una successione di movimenti lenti e veloci. Rameau, che nel titolo della raccolta dichiara la possibilità di sostituzioni e combinazioni strumentali diverse - lasciando quindi spazio a soluzioni timbriche ed impasti sonori alternativi – sceglie di pubblicare le Pièces in partitura, comunicando in tal modo agli interpreti la necessità di una continua ricerca di fusione e bilanciamento. Così egli scrive, riferendosi alle Pièces: « J’ai cru les devoir donner en partition, parce qu’il faut non seulement que les trois instruments se confondent entre eux, mais encore que les concertants s’entendent les uns les autres. » Avis aux concertans, J.Ph.Rameau
I titoli delle pièce che verranno eseguite questa sera si riferiscono a luoghi alla moda, come La Vézinet, o a personaggi, come l'esotico Tahmas Quli Khan de La Coulicam, il mecenate Comte de Livri, la celebre ballerina dell'Académie royale Marie Anne de Cupis de Camargo, gli illustri violisti de La Forqueray e La Marais.
La paternità delle Pièces de clavecin di Forqueray è condivisa fra Antoine, annoverato assieme a Marin Marais come uno dei maggiori virtuosi di viola da gamba in Francia, ed il figlio Jean-Baptiste-Antoine.
La trascrizione per tastiera delle pièces, originariamente scritte per viola da gamba, si dimostra particolarmente efficace e ben si attaglia al clavicembalo, che in Francia ha ormai raggiunto la perfezione costruttiva. La scrittura contrappuntistica è più ricca ed esalta al meglio le sonorità al grave, sfruttando le possibilità offerte dalle due tastiere.
Ne La Sylva, a rafforzare l’indicazione Très tendrement, Forqueray raccomanda di far attenzione a come la pièce sia effettivamente scritta, poiché quasi mai la destra e la sinistra suoneranno insieme. (“Pour jouër cette pièce dans le gout que je souhaiterois qu’elle fut jouée, il fai faire attention à la façon dont elle est écrite, le dessus ne se trouvant presuque jamais d’aplomb avec la Basse”)
Tale raffinatezza espressiva, unita talora ad uno spiccato virtuosismo tecnico, come ad esempio richiede la tempesta di tuoni e fulmini in Jupiter, fa ragionevolmete supporre che alla trascrizione abbia contribuito anche Marie-Rose Dubois, moglie di Jean-Baptiste, considerata all’epoca “claveciniste éclatante”
L’opera più nota di Charles Dieupart, clavicembalista e violinista attivo a Parigi e a Londra, è la raccolta delle Six Suites de clavessin pubblicata ad Amsterdam nel 1701. Le Suites sono tutte in sette movimenti nella sequenza ouverture, allemande, courante, sarabande, gavotte, menuet o passepied, gigue e sono un esempio molto rappresentativo del gusto musicale francese del primo Settecento.
Dieupart curò moltissimo l'edizione annotando con estrema precisione i tanti e diversi abbellimenti tipici dello stile francese di quest'epoca.
Particolarmente immaginativa, la raccolta godé da subito di grande popolarità, tanto che già nel 1702 venne ristampata in un arrangiamento per violino o flauto dolce e basso continuo.
Proprio da questa seconda edizione è tratta la suite che ascolteremo stasera, eseguita con un flauto dolce in re, molto usato in Francia all'epoca, la cui tessitura è analoga a quella del traversiere. Al timbro scuro e caldo di questo strumento è probabilmente dovuto l'appellativo flûte de voix (flauto di voce).
Il "Premier livre de sonates et autres pièces pour le violon et la basse" op. I di François Duval, pubblicato a Parigi nel 1704, è una delle prime raccolte di sonate per violino e basso continuo pubblicate in Francia, insieme a quelle di Elisabeth de la Guerre, Joseph Marchand, Jean-Baptiste Senaillé, Antoine Dornel. Precedentemente, il violino eseguiva, come strumento alternativo, le suites per flauto traverso ("Pièces pour la flûte traversière"), ma non aveva un proprio repertorio specifico; negli ultimi anni del secolo XVII, nasce un interesse per la forma sonata, di derivazione italiana, negli ambienti vicini alla corte e in particolare grazie alla figura carismatica di Sébastien de Brossard. La nuova forma rappresenta una felice sintesi di gusto italiano e francese.
Il volume delle “Pieces de viole avec la basse continuë composées par Mr Forqueray le père”fu pubblicato postumo da Jean-Baptiste Forqueray nel 1747.
“Le Carillon de Passy" e "La Latour” sono due dei brani che costituiscono la quarta suite in Sol minore; il primo è una Pièce de Caractère, in cui l’autore si ispira al rintocco della campana di Passy -all'epoca sobborgo rurale fuori Parigi- mentre la "Latour" è una danza in forma di rigaudon, probabilmente dedicata a Mr Latour. Le due composizioni riescono a mettere in luce sia le potenzialità espressive e coloristiche della viola da gamba quanto il carattere esuberante e visionario dell’autore, che per la sua impetuosità e genialità si diceva “suonasse come un diavolo” (Hubert Le Blanc, Defense de la basse de viole ..., 1740)
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