05/06/2016 Ora 18:30
Campo Santa Margherita

Venezia in Campo - programma 5 giugno

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Descrizione

18:30 |  Caffè dell'Innovazione con Luca De Biase, direttore di Nova 24 - inserto di Tecnologia e Innovazione de Il Sole 24 ORE

Modera Radio Ca' Foscari

21:30 | La favola dell’orsa, tratto da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile

Regia di Eleonora Fuser

 

Luca De Biase in conversazione con Mauro Masiero

TUTTI PARLANO DI INNOVAZIONE – MA COME NASCE?

Luca De Biase, giornalista, ha fondato e guida Nòva, la sezione dedicata all’innovazione del Sole 24 Ore. Sul suo blog scrive di economia della conoscenza ed ecologia dei media

Mauro Masiero è dottorando in storia delle arti all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Autore del programma RCF Classica di Radio Ca’ Foscari ha trovato nella radio il mezzo ideale per raccontare come e quanto Mozart, Chopin, o Stravinski siano ancora attuali oggi. Diffonde questa scoperta attraverso uno stuolo di social network: da facebook a twitter, da soundcloud a telegram. E funziona.

Oggi tutti parlano di innovazione. Ma perché e di che cosa si parla veramente? E inoltre, chi sono gli innovatori? Queste le domanda a cui si cercherà di rispondere con Luca De Biase, il primo ospite dei caffè dell’Innovazione del DVRI. Noi abbiamo bisogno dell’innovazione per risolvere i problemi della nostra civiltà. Abbiamo bisogno di innovazione per provvedere ai problemi di energia sostenibile, acqua pulita e cibo. Dobbiamo costruire infrastrutture e pensare a città del futuro su una scala a cui non abbiamo mai pensato prima. Ma da dove si comincia?

 

La favola dell’orsa tratto da Lo cunto de li cunti di G.B Basile

Con Eleonora Fuser e Michela Mocchiutti e Gerardo Ballistrieri

L’opera Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de’ peccerille di Gian Alessio Abbattutis, pseudonimo scherzoso di Giambattista Basile, (1566-1632 nato a Gugliano in Campania, quest’anno 350esimo Anniversario dalla sua nascita, da giovane soldato mercenario al servizio della Repubblica della Serenissima, famoso cantastorie di Piazza S. Marco e di Riva degli Schiavoni e fonte immediata della Fiaba teatrale del Gozzi) è il più antico, il più ricco e il più caratteristico fra tutti i libri di fiabe popolari (B. Croce), che apparve postuma fra il 1634 ed il 1636 e rappresenta una fusione folk lirica ed intrecci fiabeschi che attingono alla più antica tradizione orale ed anonima. La felicità creativa, il gusto del meraviglioso, il ricorrere dell’elemento magico-misterioso, fecero sì che favolisti, quali i fratelli Grimm, Perraul, Andersen, Tieck, e appunto, l’autore veneziano Carlo Gozzi o più recentemente De Simone (che da queste trasse ispirazione per “La Gatta Cenerentola”) vi attingessero a piene mani.

L’attrice Eleonora Fuser, attraverso una ricerca fisica e corporea basata su tecniche di Commedia dell’arte e di teatro Orientale, ha elaborato (utilizzando maschere di tradizione e d’invenzione, realizzate da Stefano Perocco), alcuni dei racconti contenuti nel ”Lo Cunto de li Cunti”, realizzando uno spettacolo teatrale che la vede in scena da oltre vent’anni.
Da tale opera verrà estratta e proposta al pubblico di Campo Santa Margherita La Favola dell’Orsa. Dove, come per i poemi dell’antichità spunta fuori la figura dell’aedo, l’attore- cantore che attraverso la semplice suggestione delle parole sa ribaltare la realtà, abolire spazio e tempo e, utilizzando il mito ed il fantastico, far apparire via via nuovi personaggi, una splendida fata da una pianta, trasformare un serpente in un meraviglioso principe, far ridere e far piangere. Sarà quindi uno spettacolo di narrazione che vuole, attraverso la parola, evocare quei mondi immaginari, ridare la possibilità di sognare come una volta, ascoltando chi racconta, di riamare la parola narrata, staccarsi dallo schermo televisivo e sognare, come un tempo a ‘filò’.


Personaggi interpretati dalle attrici Eleonora Fuser e Michela Mocchiutti che in una sorta di moderno rapsodo, creano illusioni, fingono visioni, danno corpo a sogni e che, nello stesso tempo, impersonano la fascinazione del teatro, macchina efficacissima per la diffusione di emozioni, per avvincere ed ammaliare il pubblico.
Ed accompagnati con fisarmonica e chitarra, dalla voce bassa e quasi recitata di Gerardo Balestrieri, cantautore apolide, polistrumentista, artista tout court, la cui musica ha il fascino della contaminazione, dell’incontro tra culture, atmosfere, facce e lingue. Canzoni napoletane della tradizione da lui reinterpretate (come Nascette mmiezz o mar di De Simone) rivestite da sonorità mediorientali.

 

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