Palazzo Pisani Moretta

Un Palazzo dal volto gotico e l'animo barocco

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Il Palazzo Pisani Moretta fu edificato nel XV secolo dalla famiglia Bembo e acquistato dai Pisani solo nel 1629.

Costruito in gotico fiorito e ristrutturato più volte a partire da XVI secolo, assunse l'aspetto definitivo che possiamo ammirare ancor oggi nel XVIII secolo.

La caratteristica principale che salta immediatamente agli occhi, sono le splendide finestre gotiche dei due piani principali che caratterizzano l'imponenza della facciata che dà sul Canal Grande.
Gli interni sono in stile barocco e neoclassico e risalgono al XVIII secolo.


Nel 1737 Francesco Pisani Moretta lascia alla sua morte tutto in eredità alla figlia Chiara, che nel frattempo era andata in sposa a un membro della famiglia Pisani dal Banco.
Ella ristruttura profondamente il palazzo: abbatte la scala esterna sostituendola nel 1742 con un'imponente scalone a duplice rampa, opera dell'architetto Andrea Tirali (Venezia, 1657 – Monselice, 28 giugno 1737) e fa affrescare le sale interne dagli artisti più famosi del XVIII secolo: Giambattista Tiepolo (L'incontro tra Venere e Marte, 1743), Jacopo Guarana (Luce che sconfigge le tenebre e Apollo con le ore del mattino), Gaspare Diziani e Giuseppe Angeli (altre importanti opere facenti parte del palazzo, come La famiglia di Dario ai piedi di Alessandro di Paolo Veronese e La morte di Dario di Giambattista Piazzetta furono poi trasferite alla National Gallery di Londra e al Museo di Ca' Rezzonico, a Venezia).


Negli anni a seguire, il secondo figlio di Chiara, Vettor, si sposa segretamente con la borghese Teresa Dalla Vedova, ma appena Chiara viene a saperlo, disconosce la nuora e la fa rinchiudere in un convento, dove poco dopo, dà alla luce Pietro, che viene immediatamente rinnegato dal padre.
Il matrimonio viene annullato da un tribunale ecclesiastico, grazie alle influenze e alle conoscenze della famiglia, e Pietro può così sposarsi per la seconda volta.

Anche Teresa Dalla Vedova si risposa e riesce a crescere bene il figlio, il quale, alla morte del padre legittimo, intenta un processo contro la famiglia di origine.
Grazie alla sentenza favorevole del Consiglio dei Quaranta ottiene il palazzo e altri beni,nonché il titolo di Conte di Bagnolo.

Morto Pietro nel 1847, il Palazzo passa al figlio Vettor Daniele e successivamente a una delle figlie di quest'ultimo che sposa successivamente un Conte Giusti del Giardino.
Attualmente l'edificio è di proprietà degli eredi.

G.D.

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