I Cavalli di San Marco
Le splendide sculture che adornano la facciata della Basilica di San Marco, giunsero a Venezia come bottino di guerra, dopo la caduta di Costantinopoli avvenuta nel corso della IV Crociata (1204).
La maggior parte degli storici indica la collocazione originaria dell'opera scultorea nell'ippodromo eretto da Costantino sulle rovine di quello dell'antica Bisanzio, così come citato da molte fonti.
La prima testimonianza della presenza di questo formidabile gruppo equestre si trova nella lunetta del portale di sant'Alipio del 1270, ornamento della facciata basilicale, dove i cavalli di bronzo campeggiano trionfali nel mosaico della 'Traslazione del corpo di san Marco'.
Fin dal Rinascimento gli studiosi dibattono sull'origine di quest'opera.
Per alcuni il capolavoro artistico è da attribuirsi al grande scultore greco Lisippo, che alla fine del IV secolo a.C. lo avrebbe realizzato per la città di Rodi.
Per altri invece la datazione del gruppo scultoreo è da spostare in avanti al periodo della Roma tardo imperiale.
Studi sulla composizione della lega bronzea, attuati per dirimere la questione, deporrebbero a favore dell'origine greca per l'elevata percentuale di rame rispetto allo stagno ed al piombo.
Sembra infatti che i romani preferissero realizzare il bronzo statuario, impiegando leghe a maggiore tenore di piombo, per contenere i costi di produzione e rendere più fluido e quindi più facilmente colabile il composto.
La collocazione strategica del gruppo scultoreo, nella parte centrale della facciata della Basilica, conferisce all'opera un chiaro significato politico e religioso, simbolo inequivocabile della potenza della Serenissima.
Non a caso infatti nel 1797, caduta la Repubblica di Venezia, i quattro cavalli divennero bottino di guerra di Napoleone che li volle a Parigi, per collocarli sull'arco di trionfo del Carrousel.
Il 13 dicembre del 1815, dopo che il Congresso di Vienna ordinò la restituzione delle opere trafugate durante le campagne napoleoniche, i bronzi tornarono a troneggiare su Piazza san Marco fino al 1982, anno in cui furono portati all'interno nel museo marciano per preservare la loro integrità dall'usura del tempo.
Al loro posto furono collocate delle copie.
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