Il palazzo è uno dei capolavori del massimo architetto del barocco veneziano, Baldassarre Longhena e fu progettato nel '600 per volontà della ricchissima e nobile famiglia Pesaro.
I lavori iniziarono nel 1659 e nel 1682, anno in cui Longhena morì, il palazzo era ancora incompiuto.
I Pesaro ne affidano il completamento a Antonio Gaspari che lo completò nel 1710, apportando lievissime modifiche che tuttavia non incidono su quello che era al progetto originale.
Il palazzo è sul Canal Grande e la prestigiosa facciata in stile barocco veneziano elabora soluzioni che pur ispirandosi alla classicità sansoviniana, esprimono e rivelano una sontuosità complessa ma allo stesso tempo equilibrata, tale da renderlo uno dei più importanti palazzi di Venezia.
I bassorilievi e le statue che ornano il lato principale esprimono una plasticità capace di creare importanti chiaroscuri che alleggeriscono e armonizzano la sfarzosa imponenza dell'edificio.
Non meno importante è la facciata laterale leggermente curvilinea, progettata solo in un secondo momento: presenta una componente dinamica che contrasta con la staticità della principale ed appare più semplice rispetto a quest'ultima.
L'apparato ornamentale degli interni è altrettanto importante. Ancora oggi il palazzo conserva alcuni decori dei soffitti realizzati da importanti artisti dell'epoca. Tra essi il
Tiepolo che realizzò "
Zefiro e Flora", opera giovanile realizzata tra il 1730 e il 1735, oggi conservata al
Museo del Settecento Veneziano di
Ca' Rezzonico.
Nel 1830, dopo aver venduto all'asta a Londra la maggior parte delle cospicue collezioni di famiglia, muore l'ultimo dei Pesaro.
Il palazzo passa ai Gradenigo che lo affittano ai padri armeni Mechitaristi, i quali lo utilizzano come collegio fino a metà dell'ottocento quando si trasferiscono definitivamente a palazzo Zenobio.
Acquistato infine dalla famiglia Bevilacqua, diviene proprietà della duchessa Felicita Bevilacqua.
Quando il Comune di Venezia, con delibera dele 5 dicembre 1899, diede esecuzione alle disposizioni testamentarie della duchessa, vedova del generale La Masa, che aveva lasciato il suo palazzo di Ca' Pesaro al Comune di Venezia con l'espressa finalità di concedere risorse e spazi ai giovani artisti, fu istituita l'Opera Bevilacqua La Masa.
Fonti: • Ca' Pesaro
• Wikipedia