Servizi Segreti e Spie ai tempi della Serenissima
Il Consiglio dei Dieci e gli Inquisitori di Stato
Nella Repubblica di Venezia la tutela dell’ordine pubblico, della prosperità economica e del successo nelle imprese militari era protetta da un elevato grado di segretezza.
Già nei primi secoli della sua storia, la Serenissima aveva dovuto fare i conti con una pericolosa instabilità interna e con l’inclinazione di una parte del patriziato ad ordire trame e congiure per il potere (tra il 717 e il 1355 furono 17 i Dogi deposti o giustiziati).
La Congiura di Baiamonte Tiepolo e Marco Querini nel 1310 segnò il momento decisivo in cui lo Stato fu costretto a nominare un tribunale eccezionale, per indagare e reprimere sedizioni e torbidi.
Il Consiglio dei Dieci, reso permanente il 20 luglio 1335, si specializzò nella gestione dei reati politici e degli affari segreti per la sicurezza dello Stato, con ampia autonomia (anche economica) nei confronti delle altre Magistrature.
La Rete di Intelligence
Fu così organizzata una fitta rete interna di intelligence costituita da spie e informatori, che riferivano al capo degli sbirri Missier grande, alle dirette dipendenze del Consiglio dei Dieci.
Le questioni internazionali erano affidate alle indagini di ‘esploratori’ coordinati con il personale diplomatico.
Sicari incaricati di portare i colpevoli davanti ai giudici o (in alcuni casi) di risolvere il problema con modalità più spicce, si occupavano della repressione.
Fu il 20 settembre del 1539 che il Consiglio dei Dieci, per tutelare al massimo la segretezza, diventata un valore cruciale per le sorti della Repubblica, elesse uno speciale organo di controllo: i tre ‘Inquisitori di Stato’.
Ma anche il comune cittadino era chiamato a contribuire e vigilare sulla legalità.
A questo scopo furono distribuite in città, soprattutto nelle vicinanze delle sedi istituzionali (Palazzo Ducale in primis) delle cassette in cui introdurre denunce segrete, ma rigorosamente non anonime (pena la distruzione delle stesse).
Le buche, spesso scolpite con fattezze leonine o decorate con mascheroni, presero il nome di ‘boche de leon’.
Sono 16 quelle ancora visibili in città... continua con 'La Guerra degli Specchi'.
Fonte: Paolo Preto 'Spie e Servizi Segreti della Serenissima'
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