La Mariegola

un 'moderno' statuto per i lavoratori nella Venezia del Medioevo

mariegola

La mariegola,

dal latino matricula, o Regola Madre, era lo statuto con le regole sui diritti e i doveri degli affiliati alle libere associazioni di arti e mestieri o devozionali.

mariegola della Scuola di santa Maria nova

A Venezia, a partire dai primi decenni dell’XI secolo si formarono le prime associazioni tra liberi lavoratori che avevano lo scopo di tutelare le finalità morali ed assistenziali delle arti e dei mestieri, per garantirne lo sviluppo, la stabilità e la qualità nell'esercizio e nella tecnica.

mariegola della Scuola Grande di san Teodoro

Il Serenissimo Governo, per il tramite di speciali magistrature, si faceva garante di questi valori, registrati in appositi documenti chiamati capitolari o mariegole.

Negli statuti così organizzati veniva normato il rapporto fra i membri (specialmente tra titolari e apprendisti o garzoni), la lealtà della concorrenza, il vaglio della qualità, oltre ad essere assicurato un sistema di mutua assistenza

Ogni corporazione era tenuta al pagamento di tasse in base ai guadagni e impegnava i suoi membri a prestazioni gratuite, variabili da arte ad arte, a favore dello Stato.

mariegola dei pescivendoli

Uno dei vantaggi di questo ‘moderno’ sistema organizzativo permetteva, soprattutto per le merci esportate, il controllo da parte della Repubblica sulla qualità del prodotto.

La Serenissima, ‘socio di maggioranza’ delle spedizioni commerciali si assicurava così anche l’alta reputazione presso i mercati e la sicurezza del profitto.

Molte sono le citazioni negli archivi delle più importanti mariegole di associazioni religiose o di mestieri presenti in città.

mariegola della Scuola Grande di san Teodoro

Di grande interesse storico e sociale sono quelle delle Confraternite riunite in Scuole.

Le sei ‘Scuole Grandi’, raccolsero le loro regole in testi spesso decorati con miniature di grande pregio.

mariegola della Scuola Grande di san Giovanni Evangelista

Alcune categorie di lavoratori, come i vetrai di Murano e gli arsenalotti, dal grande valore strategico per il potere e la prosperità della Repubblica, ottennero mariegole speciali o d’oro, che assicuravano loro particolari tutele e vantaggi.

I primi come sorta di compensazione all’obbligo di trasferire l’attività nell’Isola di Murano (per preservare Venezia dal pericolo di incendi) gli altri per ripagare la loro ‘reclusione’ all’interno dell’Arsenale a difesa dei segreti costruttivi delle navi.

 

Fonti: Arti e Mestieri nella Repubblica di Venezia

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