L'Isola di San Michele

Il cimitero di Venezia

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L’Isola di san Michele

San Michele, l’isola che oggi ospita il cimitero di Venezia, è posta a metà strada tra la città e Murano.

Essendo utilizzata come rifugio dai barcaioli che attraversavano la Laguna, anticamente era conosciuta come “Cavana de Muran”.

I primi documenti storici che riguardano le sue origini, riportano la presenza sul luogo di monaci Camaldolesi.

Nel 1212 la Serenissima in accordo con il Papa Innocenzo III ratificò la donazione del terreno ai vescovi di Torcello e San Pietro di Castello, per ampliare in quell’area il complesso monastico.

Dalla seconda metà del XV secolo il monastero acquistò sempre più importanza nel panorama culturale dell’epoca, attirando studiosi ed artisti che qui trovarono opportunità ed ispirazione per realizzare le loro opere.

Tra questi miniaturisti, amanuensi e cartografi, che con il loro lavoro posero le basi per inaugurare l’epoca delle esplorazioni.

Fu qui che Fra’ Mauro, l’autore del famoso mappamondo conservato nella Biblioteca Marciana, svolse i suoi importanti studi cartografici.

La chiesa, la cui facciata vediamo oggi nel perimetro esterno, venne realizzata nel Quattrocento dall’architetto bergamasco Mauro Codussi.

Due gli eleganti chiostri annessi: quello grande, costruito nel XV secolo da Giovanni Buora (padre di Andrea Buora autore del chiostro nell'Isola di San Giorgio Maggiore) con il supporto del rinomato ‘tajapiera’ Manfredo di Paolo da Bissone; quello piccolo da cui si accedeva al giardino e quindi al monastero è centrato da una bella vera da pozzo, opera del 1709 di Nicolò Fiornetini.

La trasformazione di quest’area in Camposanto avvenne a partire dall’editto di Sant-Cloud del 1804, emanato da Napoleone, che impediva per questione d’igiene la sepoltura dei defunti dentro il centro abitato.

Fu dapprima individuata come più adatta l’isola di San Cristoforo della Pace, posizionata di fronte alle Fondamenta Nuove, poi quando si rese necessario per questione di spazio ampliare la superficie, il Comune acquistò l’Isola di San Michele nel 1839

Il progetto fu affidato al trevigiano Annibale Forcellini, che concluse i lavori nel 1876.

Un muro perimetrale in mattoni rossi delimita l’area che si sviluppa su una pianta a croce greca inserita in un quadrato.

All'interno sono molti i monumenti funebri di notevole pregio, con stili che spaziano dal neo-classico, al neo-rinascimentale, al liberty. 

Tra i personaggi famosi sepolti nel cimitero di San Michele ci sono gli storici Giulio Lorenzetti e Pompeo Molmenti, gli scrittori Carlo e Gasparo Gozzi, l'attore Cesco Baseggio, i commediografi Riccardo Selvatico e Giacinto Gallina, i pittori Virgilio Guidi, Emilio Vedova e Mario De Luigi, i compositori Ermanno Wolf Ferrari e Igor Stravinskij, Luigi Nono, i poeti Josif A. Brodskij e Ezra L. Pound, lo psichiatra Franco Basaglia, lo scienziato Christian Doppler, il coreografo, ideatore dei "Ballets russes", Sergej Diaghilew. I chiostri accolgono le spoglie dell'architetto Giuseppe Jappelli e il poeta-patriota Alessandro Poerio.

Fino al 1950 il primo novembre, giorno della commemorazione dei defunti, veniva costruito un ponte di barche per collegare l’Isola dei Morti a Venezia.

Dal novembre del 2019 questa tradizione è stata reintrodotta con la realizzazione di un ponte celebrativo per collegare le Fondamenta Nove con il cimitero di San Michele in Isola, esattamente all'altezza del portale monumentale che un tempo fungeva da ingresso principale, in occasione della celebrazione dei defunti.

Un ponte galleggiante di circa 407 metri di lunghezza e 15,5 metri di larghezza, con elementi modulari come quelli già utilizzati in occasione del ponte votivo del Redentore, della Festa della Salute e quello della VeniceMarathon. Tale ponte avrà un varco alto 3,5 metri e largo 10, che permetterà il passaggio delle imbarcazioni. 



Fonte: Venipedia


 

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