Roberto Salbitani - Storia di un viaggiatore
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Descrizione
Fotografie di Roberto Salbitani, a cura di Roberta Valtorta.
Per coerenza di comportamento, aspirazione a mantenere il suo lavoro in una condizione di “purezza” rispetto alle contaminazioni del mercato, anticonformismo e forte senso di indipendenza personale, Roberto Salbitani, dopo essersi imposto, anche grazie alla sua conoscenza del contesto internazionale, come uno dei fotografi che negli anni Settanta hanno rinnovato la fotografia italiana, ha scelto la strada di una ricerca per molti aspetti solitaria e di tono esistenziale.
La sua fotografia, profondamente introspettiva, talvolta visionaria, critica nei riguardi dei valori e dei comportamenti omologati e conformisti che guidano la società contemporanea, indaga il difficile rapporto tra l’uomo e l’ambiente in cui vive, ormai distrutto e perduto, sia esso rappresentato dalle città in crescita, dalle periferie devastate, dai territori snaturati dal violento processo di urbanizzazione contemporaneo, da lui definiti “terre perse”, o da luoghi elettivi nei quali cercare di recuperare un rapporto liberatorio con la natura.
Il tema della ricerca della libertà percorre tutta l’opera fotografica di Roberto Salbitani, in una tensione costante che trova espressione a più livelli. Vi è l’insistita indagine, nel tempo, dei segni del malessere che, provocato da un violento processo di urbanizzazione e distruzione della natura, imbeve i luoghi e le esistenze contemporanee. Vi è anche il sentimento di perdita di un Eden di armonia lontano, ignoto, e il conseguente tentativo di riavvicinamento alla natura, particolarmente a quella più selvatica e antica, capace di rigenerare l’essere umano riportandolo ai significati della propria presenza sulla terra, alle proprie più profonde e indicibili pulsioni. Non manca nella sua riflessione il ricorso continuo all’immaginazione e al ricordo come forze liberatorie che possono dare il via al sorgere delle immagini.
In questa complessità di approccio al mondo esterno e al tempo stesso alla propria interiorità, prende un valore particolare lo sprofondamento delle sue fotografie in un bianco e nero denso e carico di tensioni e di respiri intermittenti, che sembra incarnare il dramma del vivere, un modo sentimentale che fa delle immagini un mondo a sé, lontano dalla realtà quotidiana. Tutti questi elementi progettuali ed espressivi concorrono a costruire una fotografia problematica, critica, composta di figure strappate al buio che indagano il reale e contemporaneamente cercano di dare rappresentazione al mistero, alla lontananza dei sogni e ai grovigli dell’interiorità dell’autore. Una fotografia scura che pare una forma di resistenza.
Per info e costi sul workshop: candiani@comune.venezia.it
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