15/03/2016 Ora 21:00
Teatro Toniolo

RIOULT DANCE - Serata Bach

Io sono danza | RASSEGNA INTERNAZIONALE DI DANZA D’AUTORE

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Descrizione

Coreografie Pascal Rioult
VIEWS OF THE FLEETING WORLD (2008)
musica J.S. Bach, L’arte della fuga
CITY (2010)
musica J. S. Bach, Sonata per violino e pianoforte n. 6 in sol maggiore POLYMORPHOUS (2015)
musica J. S. Bach, selezione di Preludi e Fughe da “Il Clavicembalo ben temperato” CELESTIAL TIDES (2011)
musica J.S. Bach, Concerto Brandeburghese n. 6 in Sib maggiore

La cifra stilistica di Pascal Rioult viene definita formale, astratta, incisiva e austera. Il movimento nasce dal torso e dal plesso solare, si nutre di cambi di direzione improvvisi, salti e spirali come vuole la tecnica della ‘maestra’ Graham.

Serata Bach, omaggio appassionato alla musica del celebre compositore, raccoglie coreografie composte da Rioult su alcune delle partiture più celebri di J.S. Bach. Quattro titoli in cui la rigorosa struttura della musica barocca incontra l’evanescenza e la modernità delle forme. Emblematico il titolo d’apertura, Views of the Fleeting World (Visioni di un mondo fugace, del 2008) ispirato all’omonima serie di xilografie dell’artista ottocentesco giapponese Hiroshige su L’arte della fuga. Un brano meditativo diviso in nove parti (ensemble e passi a due) in cui i corpi dei danzatori fanno da contrappunto allo spazio rarefatto, alle proiezioni video che scorrono, quasi impercettibilmente, sul fondale. Ogni momento della composizione riflette la profondità delle emozioni che emergono dalla contemplazione degli elementi della natura, quasi un ‘religioso ascolto’ del respiro del cosmo.

Tutt’altra atmosfera per City, quartetto ambientato tra grattacieli di una non troppo immaginaria città. Volutamente realistica la scena, come gli abiti casual indossati dai danzatori, per rimandare alla frenesia del vivere urbano, incalzante come la Sonata n. 6 per violino e pianoforte di Bach. Il brano seguente, Polymorphous è il più recente e si sviluppa su una selezione di Preludi e Fughe da Il Clavicembalo ben temperato, chiude Celestial Tides (Maree celesti, 2011) scandito sui tre tempi - Allegro, Adagio, Allegro - del Concerto Brandeburghese n.6, un flusso emotivo e di forme che rende leggibile la musica nella sua serrata forza contrappuntistica che non concede tregua all’ascoltatore. Magniloquenza espressiva, soprattutto del quartetto centrale sull’Adagio con le viole da braccio concertanti, su cui la mente dello spettatore indugia a lungo, anche fuori dalla sala.

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