A Saucerful of Secrets Songs
I Big One in concerto a Mestre
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Descrizione
Prosegue con successo il tour italiano della popolare tribute band dei Pink Floyd, considerata dalla critica la migliore in Europa, venerdì 21 febbraio al Teatro Corso.
A Saucerful Of Secret Songs: i Big One in concerto a Mestre!
Venerdì 21 febbraio 2020
ore 21.00
Teatro Corso
Corso del Popolo 30
Mestre (VE)
Big One, The Voice and Sound of European Pink Floyd Show
presents:
"A Saucerful of Secrets Songs"
Venerdì 21 febbraio 2020 al Teatro Corso di Mestre (VE) quarto appuntamento per il nuovo tour italiano dei Big One, la più apprezzata tribute band europea dei Pink Floyd, protagonista di un nuovissimo show intitolato A Saucerful Of Secret Songs! Dopo il successo dei concerti in Olanda, il nuovo tour italiano che ha debuttato con un clamoroso doppio sold out al Blue Note di Milano arriva a Mestre e poi toccherà i teatri di Vicenza, Ferrara, Varese, Pescara, Pesaro, Belluno, Torino, nuovamente Milano. E' un periodo felice per la band veronese, nota a livello internazionale per la riproduzione fedele delle sonorità e degli arrangiamenti dei Pink Floyd, con una strumentazione vintage e un visionario light-show in armonia con l'immaginario Floydiano. Il prossimo concerto si terrà sabato 22 febbraio al Teatro Astra di Vicenza.
Il riferimento a A Saucerful Of Secrets (pubblicato nel giugno 1968) è voluto visto che per l'occasione i Big One interpreteranno alcuni brani dal secondo album dei Pink Floyd, ma rivisiteranno anche l'intero repertorio allo scopo di offrire un vero e proprio "scrigno di canzoni segrete". Durante la prima parte del concerto la band proporrà una successione di brani tratti dai primi due album e dal celeberrimo The Dark Side of the Moon; nel secondo set ci sarà una reinvenzione del meglio della musica floydiana fino al loro ultimo The Endless River. Dichiara il chitarrista e leader Leonardo De Muzio, intervistato da Athos Enrile: "Quasi ogni anno aggiorniamo il repertorio. Quello dei Pink Floyd è talmente vasto che ci possiamo permettere di aggiornarlo per buona parte della durata della scaletta. Stavolta portiamo in giro un po’ di brani dal loro esordio fino a A Saucerful of Secrets. In realtà, a parte un paio di brani di quell’album, riproponiamo anche pezzi antecedenti e successivi, intervallati anche da brani più recenti. Cerchiamo di accontentare - rimanendo nel tema del titolo dello spettacolo - anche chi conosce solo i brani per cui i Floyd sono diventati famosi. Si tratta proprio di uno scrigno di canzoni segrete che però non intendo rivelare: il pubblico scoprirà tutto ai nostri concerti".
Nati nel 2005, protagonisti di tour italiani ed esteri che li hanno consacrati come migliore tribute band floydiana in Europa, i Big One hanno quattordici anni di attività durante i quali hanno attinto a piene mani dai classici di tutta la produzione dei Pink Floyd, spaziando dal periodo psichedelico dei primi anni '70 fino agli album più recenti, riproponendo in maniera fedele sonorità e arrangiamenti con i quali David Gilmour, Roger Waters, Syd Barrett, Nick Mason e Rick Wright hanno fatto la storia del rock. Sottolinea Di Muzio: "Siamo l’unico gruppo italiano a suonare questo genere nel Nord Europa, questo ci lusinga molto. È il sesto anno che ci chiamano. Siamo diventati un vero riferimento in quei paesi molto diversi dall’Italia, dove la gente conosce molto più in profondità la musica dei Pink Floyd, non vuole ascoltare solo le hit e ama i brani meno conosciuti".
I Big One si presentano con l'organico a settetto (Leonardo De Muzio, Luigi Tabarini, Stefano Raimondi, Stefano Righetti, Marco Scotti, Debora Farina e Pamela Perez) e con il live-set caratterizzato da un allestimento di suoni, luci e video fedele al clima floydiano, ma soprattutto con il rigore e la passione: "Col passare degli anni miglioriamo sempre il repertorio, per qualità e particolari aggiunti. Ci atteniamo, diversamente da tante cover band, alla vera essenza del gruppo inglese, ai loro migliori live, ai veri Pink Floyd. Mettiamo tanta passione nel fare ciò che proponiamo al pubblico. Non basta rifare le stesse note per essere una tribute band. Oggi ci provano in tanti, hanno capito che c’è un buon ritorno, anche economico, ma pochi ci riescono. Devi averla dentro quella musica e noi modestamente l’abbiamo!".
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