10/01/2017 Ora 21:00
Ai Biliardi

Riverweed

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Descrizione

Per la rassegna 'Underground Paralleli' arrivano i Riverweed.

I Riverweed nascono a Treviso nell’autunno del 2014. Il gruppo è formato da Alessandro Cocchetto (chitarre e voce) e Filippo Ceron (batteria e voce). Il loro sound è ispirato al blues primordiale del delta del Mississippi, riletto in chiave contemporanea e sporcato da sonorità rock e garage. L’immediatezza delle canzoni, combinati a suoni d’impatto, rendono i Riverweed una band particolarmente efficace dal vivo.

Arrivano da Treviso e risalendo il fiume Sile hanno incontrato il loro Mississippi. I Riverweed, che hanno radici in questa terra in cui i capannoni industiali si alternano alla bellezza della natura, trovano in questi contrasti la loro ispirazione.
Suonano in due, spogliandosi di tutto, solo chitarra e batteria. La loro musica parte dal rock ma vuole risalire il corso del fiume, riscoprendo il delta blues delle origini, la musica indiana, fino al Mali di musicisti come Ali Farka Touré o i Tinariwen.
Il tutto sporcato da un approccio tipicamente garage, ispirato da gruppi celebri come White Stripes o Black Keys.
Full Moon è il primo lavoro del duo, composto da Filippo Ceron e Alessandro Cocchetto.
Nei sei brani che compongono il disco mettono assieme le atmosfere del blues primordiale con una carica esplosiva tipica del rock. I testi narrano di un mondo di erba e fango, di un fiume placido sotto la luna piena, di uomini che distruggono il pianeta, e da cui si può fuggire riscoprendo la natura.
Il sound dei Riverweed è di enorme impatto per trattarsi di un duo. L’ottima tecnica, anche nell’improvvisazione, è sempre al servizio di pezzi diretti e immediati. La batteria a tratti funky, la tecnica della slide guitar, assumono un aspetto nuovo grazie all’uso di effetti e distorsioni vicine al mondo dello stoner e del noise.
Il disco ha un suono caldo e ricco, anche grazie all’uso che i due musicisti fanno di strumenti vintage. È stato registrato in analogico presso l’Outside Inside Studio di Biadene, sotto la supervisione di Matt Bordin, che con i suoi Mojomatics ha infiammato i palchi non solo europei per oltre un decennio.
Ora è il turno dei Riverweed, che dal vivo sanno essere esplosivi e coinvolgenti come pochi gruppi e che hanno già cominciato un tour che si preannuncia lungo e molto intenso.

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