12/11/2018 Ora 21:00
Auditorium Santa Margherita

Mary Halvorson Octet

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Descrizione

Mary Halvorson Octet
Away With You, Mary Halvorson chitarra, Susan Alcorn pedal steel guitar, Dave Ballou tromba, Jon Irabagon sassofoni, Ingrid Laubrock sax, Jacob Garchik trombone, John Hebert contrabbasso, Tomas Fujiwara batteria

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

La chitarrista e compositrice Mary Halvorson è stata definita “l’improvvisatrice meno prevedibile di NYC” (Howard Mandel, City Arts), “la chitarrista più progressista sulla scena” (Lars Gotrich, NPR.org) e “una delle più formidabili band leader di oggi” (Francis Davis, Village Voice). È conosciuta per il suo trio di lunga data, composto dal bassista John Hébert e dal batterista Ches Smith, e per il suo più recente ottetto, presentato con l’album Away With You del 2016. Il suo ultimo progetto come band leader è un quintetto chiamato Code Girl, di cui scrive musica e testi, con l’inserimento di Amirtha Kidambi (voce), Ambrose Akinmusire (troba), Michael Formanek (basso) & Tomas Fujiwara (batteria). Le sue collaborazioni includono l’ensemble Thumbscrew (con Formanek e Fujiwara), un duo di jazz da camera insieme alla violinista Jessica Pavone, e la band avant-rock People. La Halvorson si è esibita anche con le band capitanate da Anthony Braxton, Tim Berne, Taylor Ho Bynum, Trevor Dunn, Tomas Fujiwara, Ingrid Laubrock, Jason Moran, Joe Morris, Tom Rainey, Tomeka Reid, Marc Ribot and John Zorn, e innumerevoli altri.

Il trombettista e compositore Dave Ballou può essere ascoltato in una varietà di scenari diversi: dalle improvvisazioni di tromba solista a grandi gruppi che eseguono composizioni annotate. Ha pubblicato le sue registrazioni da leader con la SteepleChase Records, con la Clean Feed Records e con la pfMentum. Ha suonato o registrato con ensemble guidati da Rabih Abou-Kahlil, Steely Dan, Michael Formanek, Woody Herman, Andrew Hill, John Hollenbeck’s Large Ensemble, Sheila Jordan, Oliver Lake, Dave Liebman, Joe Lovano, Dewey Redman e Maria Schneider. Ballou ha avuto modo di lavorare a stretto contatto con Gunther Shuller, partecipando alla registrazione finale di Journey into Jazz con la Boston Modern Orchestra Project, e come solista alla premiere mondiale di Encounters. Ha fatto parte dell’orchestra del revival di 42nd St., vincitore del Tony Award (2001-2004). Ora insegna musica alla Towson University di Towson, nel Maryland, dove è a capo del programma di musica jazz e commerciale.

Jon Irabagon è nato a Chicago, dove è cresciuto con l’influenza delle tonalità robuste dei sassofonisti tenore e l’estetica dei grandi ensemble dell’AACM. A questa base il musicista aggiunge musica classica, folk, elettronica e altri stili musicali alternativi. La sua lista di collaborazioni riflette questa sua visione inclusiva: Wynton Marsalis, Evan Parker, Dave Douglas, Billy Joel, Peter Evans, Conor Oberst, Christian McBride, Jah Wobble, Nicholas Payton, Mark Helias, Joey DeFrancesco, Dave Liebman, Kenny Barron, Bill Laswell, Barry Altschul, Kenny Wheeler, Mike Pride, Mick Barr, Maria Schneider and Mary Halvorson, solo per nominarne alcuni. Dopo il trasferimento a New York nel 2001, ha vinto il concorso di sassofono del Thelonious Monk Institute of Jazz nel 2008, e ha raggiunto la vetta della categoria Rising Star - Saxophone della rivista Downbeat Magazine, sia come sassofono contralto sia come sassofono tenore. Nel 2012 ha fondato la sua etichetta, la Irabbagast Records, per pubblicare i suoi lavori ad ampio spettro senza una collocazione ben precisa.

Ingrid Laubrock è una sassofonista e compositrice tedesca trapiantata a Brooklyn. Il suo obiettivo primario è esplorare i confini tra i regni musicali e creare mondi sonori multistrato, densi e spesso evocativi. I suoi progetti principali come leader sono Anti-House, Ubatuba e Serpentines, oltre a diverse opere per orchestra da camera. Ha collaborato con Anthony Braxton, Jason Moran, Tyshawn Sorey, Muhal Richard Abrams, Mary Halvorson, Kris Davis e molti altri. Vanta riconoscimenti come la borsa di studio in composizione jazz della Arts Foundation, il SWR German Radio Jazz Prize e il German Record Critics Award. Ha vinto il premio come migliore sassofonista soprano al Downbeat Annual Critics Poll nel 2015, e come migliore sassofonista tenore nella categoria Rising Star nel 2018.

Jacob Garchik, multistrumentista e compositore, nasce a San Francisco per poi spostarsi a New York nel 1994. A suo agio in una grande varietà di stili e ruoli musicali, è uno dei protagonisti della scena di Downtown e Brooklyn. Suona il trombone in gruppi che spaziano dal jazz alla musica classica contemporanea, ai gruppi di ottoni balcanici. Ha pubblicato 4 album come leader, incluso “The Heavens: the Atheist Gospel Trombone Album”. Ha lavorato con molti luminari del jazz e dell’avanguardia, come Henry Threadgill, Steve Swallow, Laurie Anderson, Anthony Braxton, John Hollenbeck e George Lewis. Ha suonato in ensemble guidati da artisti emergenti come Dafnis Prieto, Ethan Iverson, Darcy James Argue, Dan Weiss, Miguel Zenon e Steve Lehman. È un arrangiatore molto richiesto e ha collaborato in quasi 100 arrangiamenti e trascrizioni di musica da tutto il mondo con il Kronos Quartet. Nel 2018 ha vinto il Downbeat’s Critics Poll nella categoria Rising Star–Trombone.

Susan Alcorn è una delle prime esponenti mondiali del suo strumento. Ha portato la pedal steel ben oltre il suo classico ruolo nella musica country. Dopo una gavetta in band country e western in Texas, ha iniziato a studiare la musica classica del 20° secolo, il jazz visionario e le musiche di tutto il mondo per ampliare il vocabolario del suo strumento. Sebbene sia conosciuta per il suo lavoro come solista, ha collaborato con numerosi artisti, inclusi Pauline Oliveros, Chris Cutler, Joe McPhee e Ken Vandermark, Nate Wooley, Ingrid Laubrock e Leila Bourdreuil, Evan Parker, Michael Formanek, Zane Campbell e Mary Halvorson. Nel 2017 ha ricevuto il Baker Artist Award e nel 2018 l’Instant Award in Improvised Music assieme al sassofonista Joe McPhee. Il Guardian scrive di lei: “La Alcorn ha dato prova di essere una visionaria, sia come improvvisatrice sia come compositrice. I suoi pezzi rivelano la complessità del suo strumento e la sua esperienza musicale, senza mai allontanarsi da un'espressione musicale molto diretta, intensa e personale".

Il bassista John Hébert è nato a New Orleans, in Louisiana, e attualmente risiede a New York City, dove è diventato molto richiesto. Ha lavoro con artisti del calibro di Andrew Hill, Lee Konitz, Paul Bley, John Abercrombie, Kenny Wheeler, Paul Motian, David Liebman, Uri Caine, Greg Osby, Bill Stewart, Marc Copland, Fred Hersch, Benoit Delbecq, Maria Schneider e molti altri. È stato più volte elogiato per le sue composizioni e per il suo stile individuale. Nel 2011 ha vinto il Downbeat Jazz Critics Poll nella categoria Rising Star - Acoustic Bassist. Da allora ha pubblicato 4 dischi: “Spiritual Lover” e “Floodstage” con la Clean Feed Records, “Byzantine Monkey” con la Firehouse 12 Records, e il suo ultimo album, “Rambling Confessions”, con la Sunnyside Records.

Il batterista e compositore di Brooklyn Tomas Fujiwara è uno dei musicisti più attivi nella scena musicale della generazione attuale. Suona nelle band Tomas Fujiwara & The Hook Up e The Tomas Fujiwara Trio; in un nuovo progetto chiamato Triple Double, che ha esordito in oltre 20 Best-of-2017, tra cui NPR, The Village Voice e All About Jazz; nel duo collaborativo con il cornettista Taylor Ho Bynum; nel trio collettivo Thumbscrew (con Mary Halvorson e Michael Formanek); e vanta numerose collaborazioni crative con Anthony Braxton, Matana Roberts, Joe Morris, Nicole Mitchell, Ben Goldberg, Tomeka Reid, Amir ElSaffar e Benoit Delbecq.

“Il batterista Tomas Fujiwara plasma il ritmo come se fosse una sostanza flessibile, solida ma sempre mutevole. Il suo stile è sfrontato ma mai diretto o aggressivo, e mai casuale. Riesce a estendere il centro di un suono e allo stesso tempo allestire una rigorosa struttura di contenimento... Interpreta la batteria come uno strumento adattabile, quasi orchestrale nel suo scopo”. (The New York Times)

www.maryhalvorson.com

 

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