Palazzo Grimani
Descrizione
Il Palazzo è, per la storia dell'arte e dell'architettura di Venezia, un elemento unico e prezioso. La sua peculiare forma architettonica, le decorazioni ricche di enigmi e di diverse chiavi di lettura, nonché la storia delle vicende della famiglia Grimani di Santa Maria Formosa, sono ancora oggi appassionato argomento di studio e ricerca.
In origine dimora di Antonio Grimani (doge dal 1521 al 1523), l'edificio attuale costituisce il risultato di interventi architettonici effettuati tra il 1532 e il 1569 su commissione degli eredi, Vittore, procuratore di San Marco, e Giovanni, patriarca di Aquileia.
Soprattutto quest'ultimo intervenne direttamente nella progettazione, forse utilizzando suggerimenti del Sanmicheli (al quale l'intera fabbrica è stata in passato attribuita), ma soprattutto rifacendosi al trattato di Sebastiano Serlio. Il risultato è quello di una pregevolissima e ammirevole architettura che fonde elementi della tradizione veneziana e di quella tosco-romana: colpisce in particolare, tra gli altri, il suggestivo ambiente della tribuna con il lucernario piramidale. La fusione tra diverse culture artistiche si riscontra anche nelle meravigliose decorazioni pittoriche dello scalone e delle sale al primo piano, dove lavorarono pittori come Federico Zuccari, Francesco Salviati, Giovanni da Udine, Lambert Sustris e Camillo Mantovano.
Nel palazzo erano sistemate le raccolte d'arte e di archeologia del cardinale Domenico Grimani e di Giovanni, patriarca d'Aquileia, i quali furono anche donatori di parti consistenti delle loro collezioni alla Repubblica, che stettero alla base della nascita dello Statuario pubblico della Serenissima. L'aspetto storico-artistico del monumento non fa che riflettere il gusto e la politica culturale della famiglia Grimani che giocò la propria fortuna - sociale, economica, politica - proprio a cavallo tra i due fondamentali centri di Venezia e Roma.
Ciò fa di Palazzo Grimani un unicum nel contesto veneziano, paragonabile per importanza culturale, pur distinguendo tra commissioni privata e pubblica, alle opere di Jacopo Sansovino per l'area di Piazza San Marco, per la realizzazione delle quali, del resto, fu fondamentale l'apporto di questa famiglia.
Il lungo restauro ha restituito alla visione dei visitatori i bellissimi ambienti, tra cui si segnalano in particolare: il Camerino di Callisto, con stucchi di Giovanni da Udine, il Camerino di Apollo, con affreschi di Francesco Salviati e Giovanni da Udine, la Sala del doge Antonio, decorata con stucchi e marmi policromi, la Sala a Fogliami di Camillo Mantovano, dal soffitto interamente ricoperto con alberi da frutto, fiori e animali, e la Tribuna che ospitava più di cento pezzi della collezione archeologica. Attualmente vi è esposto il gruppo con il Ratto di Ganimede, sospeso al centro della volta decorata da lacunari. A Federico Zuccari si deve con ogni probabilità anche la decorazione in stucco con il mostro grottesco dalle fauci spalancate visibile nella Sala del Camino. Altre opere esposte nel museo si richiamano agli interessi collezionistici della famiglia Grimani. Nella Sala di Psiche si può ammirare la tela con l’Offerta dei doni a Psiche, copia antica dell’originale di Francesco Salviati, già collocata al centro del soffitto ligneo smembrato a metà dell’Ottocento.
Il secondo piano nobile, privo delle decorazioni che si vedono al primo, ospita mostre temporanee ed eventi culturali
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Orari e date
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10:00-19:00 Gio
10:00-19:00 Ven
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