Dal 05/04/2016 al 06/04/2016
Teatro Ca' Foscari

LA POLIZIA

Spettacolo Teatrale

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Descrizione

La polizia di Sławomir Mrożek
con David Angeli, Enrico Ferrari, Jacopo Giacomoni, Elena Nico, Marco Tonino, Vincenzo Tosetto.
regia Luciano Colavero
scene, costumi e luci Panetta’s Project

In un paese privo di connotati identificabili la polizia è arrivata a sconfiggere ogni forma di opposizione. Tutti sono ormai convinti che il Paese sia governato dal migliore dei governanti. Anche l’ultimo prigioniero politico, da dieci anni detenuto per aver lanciato una bomba – inesplosa – contro un generale, ha deciso di giurare fedeltà al governo uscendo così di prigione. La polizia, ormai inutile, rischia perciò di essere smantellata. Nonostante un sergente infiltrato giri per la città fingendo di essere un dissidente nessun vero oppositore al governo viene individuato, anzi, ogni volta che il sergente-provocatore apre bocca contro lo Stato branchi di cittadini fedeli alla Patria lo malmenano. Per il capo della polizia non c’è altra soluzione che chiedere allo stesso sergente, in segno di abnegazione verso la polizia, di fingere di essere davvero un sovversivo e farsi arrestare perché anche un solo detenuto permetterebbe alla polizia di sopravvivere. Il sergente accetta con la morte nel cuore, consapevole di non poter più indossare la divisa da poliziotto, ma a questo punto i paradossi si moltiplicano o, come scrive Mrożek stesso in una didascalia, “l’idiozia della situazione aumenta”.

«L’idea di mettere in scena La polizia con un gruppo di giovani mi piace particolarmente perché si tratta di un testo scritto da un giovane affinché fossero dei giovani a metterlo in scena. Mrożek aveva ventotto anni quando ha scritto La polizia, era il suo primo testo e, nel 1958, in una Polonia post-stalinista non ancora de-stalinizzata, il successo della commedia fu immediato.
La satira di Mrożek, diretta e appassionata, è piena di freschezza giovanile, di paradossi, di situazioni che possono sembrare assurde. La logica del testo, tuttavia, è incalzante. Quando si parte da premesse paradossali non possono che nascere paradossi e Mrożek non fa che portare alle estreme conseguenze delle situazioni che esistono nella vita di ogni giorno, anche oggi: la lealtà cieca di un poliziotto, la spinta oppressiva della polizia, l’irragionevolezza di un regime totalitario conducono – forse inevitabilmente, e certo nel testo è così – alla parodia, alla farsa.
Senza mai prendersi del tutto sul serio, lasciando libero lo spettatore di ridere e di prendere una propria posizione, Mrożek sembra dire che ci sono momenti in cui distruggere è necessario, prima ancora di pensare a cosa e come ricostruire, momenti in cui si deve ridere senza chiedere il permesso e fare piazza pulita di ogni forma di autorità per ritrovare libertà di pensiero e indipendenza. Ma l’uomo, sembra anche chiedersi l’autore tra una risata e l’altra, può realmente essere libero?»
Luciano Colavero
 

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Info: biglietteria.teatrocafoscari@unive.it

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