17/04/2016 Ora 18:00
Spazio Aereo

Keptorchestra / Casati, Kramer, Tonolo, Abrams quartet / Bee Brain / JAM

Power Acoustic Sunday

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Descrizione

Arriva a gran richiesta il secondo appuntamento con la Keptorchestra, in collaborazione con Caligola: parliamo di una delle più possenti e virtuose big band d'Italia, capitanata dai fratelli Pietro e Marcello Tonolo, che questa volta vedrà tra le sue fila anche lo straordinario clarinettista e sassofonista Mauro Negri.

Dopo il loro concerto, difficile andare a casa: alle ore 20.00 Bee Brain, il trio capitanato dal polistrumentista e virtuoso di flauto etiope Henry Cook, già collaboratore di Mulatu Astatke, ci darà un assaggio del disco "Honey" con Ermanno Baron alla batteria e Roberto Raciti al contrabbasso.

Poi alle ore 21.30 quattro virtuosi della Keptorchestra ossia Giampaolo Casati, Marcello Tonolo, Mark Abrams e Alfred Kramer, torneranno sul palco per dar vita ad un concerto che trasuderà qualità ed interplay.

Per i sopravvissuti a questa travolgente maratona di jazz, alle 23.00 partirà la Power Acoustic Jam con il supporto della straordinaria ritmica di Bee-Brain
 

Informazioni aggiuntive

Ingresso con Tessera Arci - contributo responsabile 8 euro

 

KEPTORCHESTRA

Mauro Negri, Piero Odorici ; sax alto
Pietro Tonolo, Alberto Vianello ;sax tenore
Giannantonio De Vincenzo; sax soprano
Moreno Castagna; sax baritono
Giampaolo Casati, Maurizio Scomparin, David Boato, Ilic Fenzi; trombe
Roberto Rossi, Gigi Grata, Toni Costantini, Matteo Morassut; tromboni
Giancarlo Bianchetti; chitarra
Marcello Tonolo; piano
Marc Abrams; contrabbasso
Alfred Kramer; batteria

Un forte nucleo veneto, maggioritario (che, oltre a Marini, De Vincenzo e i fratelli Tonolo, comprendeva anche il sassofonista Maurizio Caldura, morto nel 1998), tre musicisti emiliani (Rossi, Odorici e Tamburini), tre lombardi (Negri, Sandro Gibellini e Marco Vaggi, poi sostituito dall’americano Marc Abrams) ed una coppia di jazzisti genovesi (Kramer e Casati), hanno dato vita nella seconda metà degli anni Ottanta a quella che sarebbe diventata in pochi anni un punto di riferimento del jazz orchestrale nel nostro paese.
La big–band, miracolosamente sopravissuta per circa un decennio, si presentava come una sorta di laboratorio aperto, che ha consentito a molti dei suoi membri di fare le prime importanti esperienze nel campo dell’arrangiamento e della composizione.
Va detto, in generale, che le cosiddette big–band – al centro dello sviluppo e del successo del jazz negli anni ’30 e ’40 negli Stati Uniti – erano formazioni dove ci si divertiva molto, forti di una ricchezza di suono e di una carica ritmica difficile da trovare nei piccoli gruppi: l’incastro tra le sezioni degli ottoni e delle ance, sapeva produrre risultati coinvolgenti e suggestivi.
Come ha meglio precisato Pietro Tonolo in una recente intervista: «…nella Keptorchestra vi era, di fatto, una generosità spontanea con quell’effetto di “opulenza sonora” che diventava puro divertimento, oggi sempre più difficile da trovare, vista la crisi economica. Oggi i gruppi tendono a ridursi. La nostra è stata una formazione che ha dato grandi soddisfazioni a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di suonarvi, con una significativa collaborazione da parte di Steve Lacy, risultata alla fine molto proficua. L’unico rammarico è forse rappresentato dal fatto che la Keptorchestra non sia stata documentata discograficamente come forse avrebbe meritato. E lo meritava, visto che si trattava di un collettivo affiatato che dava il meglio di sé dal vivo, grazie alla presenza di una serie di elementi anche spettacolari, di musicisti dalla personalità molto forte, che sapevano regalare momenti irripetibili e situazioni al limite dell’happening. C’era molta creatività, molto divertimento, perseguito con serietà ed alto livello, senza troppe velleità o pretese intellettualistiche».

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CASATI-TONOLO-ABRAMS-KRAMER QUARTET

Quartetto jazz mostruoso, quattro musicisti che fanno "quello-che-vogliono" con i loro strumenti.

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BEE BRAIN
Henry Cook, sax alto, washint, flauti
Roberto Raciti, contrabbasso
Ermanno Baron, batteria

BEE BRAIN è un gruppo guidato dallo statunitense Henry Cook, sassofonista e flautista che ha inciso con alcuni tra i piu' grandi musicisti afroamericani come John Tchicai, Bob Moses, Don Moye e Frank Lacy. La ritmica che dà forma al Trio è composta da Roberto Raciti al contrabbasso ed Ermanno Baron alla batteria musicisti con i quali collabora da diversi anni e che a loro volta fanno parte della scena jazz creativa italiana prendendo parte attiva in diversi progetti (Franco Ferguson, BAAP!, Neko, MAT ). BEE BRAIN è una formazione atipica ed originale di matrice certamente jazz ma con influenze Afro e funk, capace di spaziare dai groove ethiojazz ai ritmi caraibici passando per l'improvvisazione estemporania ed il jazz di Eric Dolphy.
Per l'occasione sara' presentato il loro primo disco intitolato HONEY, un lavoro che il trio ha realizzato dopo diversi anni di attivita' e che raccoglie principalmente brani di compositori etiopi tra i quali Mulatu Astatke, con cui Henry Cook ha avuto l’onore di collaborare in tour ed incisioni varie suonando spesso il tradizionale Washint, flauto etiope di cui è uno dei maggior esponenti in Occidente.

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