L'Isola di Torcello

Alle origini della civiltà lagunare

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L'Isola di Torcello

Tra fenicotteri rosa e barene le origini della civiltà lagunare.

Storia

Nel VII secolo gli abitanti della vicina Altino, incalzati dai Longobardi, fuggirono dalla città romana.

Alcuni partirono per l’Istria, altri per Ravenna e i rimanenti, come narra la leggenda, saliti su una torre (torricellum), individuarono in questo arcipelago lagunare il luogo in cui trasferirsi ed insediarsi.

In realtà già in epoca romana l’isola era abitata, ma un ulteriore impulso alla sua colonizzazione era stato dato nel V secolo da una prima migrazione di popolazioni in fuga dall’invasione degli Unni, guidati da Attila.

Una vera e propria struttura urbana organizzata e articolata si sviluppò nel corso del VII, come dimostra la pietra di fondazione ora murata sul lato sinistro del presbiterio, che riporta la data del 639 come anno della consacrazione della prima versione della Cattedrale di Santa Maria Assunta.

Da questo momento in poi l’abitato divenne una fiorente e prospera sede di commerci e di attività agricole.

Il prezioso prodotto delle saline insieme a quello di vigne ed orti fu la base della sua crescita demografica e della sua ricchezza.

Con l’avanzata dei Longobardi nella Penisola, solo il Patriarcato di Aquileia e l’Esarcato di Ravenna rimasero sotto il controllo bizantino.

Torcello fu il nucleo originario (prima di Metamauco e successivamente di Rivoalto) di quella che sarebbe divenuta la potente Repubblica Serenissima.

A partire dal XV secolo il progressivo interramento dei canali, la malsanità dell’aria e le ricorrenti pestilenze, portarono alla sua decadenza riducendola a cava di materiali da costruzione per Murano e Venezia.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta

Poco si conosce della chiesa originaria fondata nel VII secolo.

Il probabile impianto basilicale ad una navata, privo di abside, fu sostituito con un edificio veneto-bizantino, le cui forme attuali furono completate nell’XI secolo.

La facciata in laterizio è impreziosita da 12 lesene sormontate da archetti a tutto sesto.

Il nartece fu ampliato e modificato nel XII secolo con al centro un portale di marmo con stipiti dell’anno 1000.

Insieme all’antistante battistero (di cui restano solamente le rovine) ed alla vicina chiesa di Santa Fosca, (chiesa-martyrium, perchè conservava le reliquie della martire) la Cattedrale rispettava la tipologia tripartita, caratteristica dei coevi complessi religiosi.

I Mosaici

L’interno della Cattedrale conserva una estesa decorazione musiva di eccezionale qualità e bellezza.

Il catino absidale della navata centrale risplende di tessere d’oro su cui risalta la Madonna Odigitria (opera del XII secolo), con in braccio il Bambino.

La controfacciata si presenta ricoperta da un impressionante complesso di figure che rappresentano il Giudizio Universale.

Tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, maestranze bizantine e veneziane si susseguirono nel creare quest’opera che costituisce uno dei più importanti cicli di mosaici medievali dell’Italia settentrionale.

Nonostante i maldestri interventi di restauro ed integrazione operati nel XIX secolo, la visione d’insieme conserva la primitiva, potente forza narrativa e didascalica.

La Chiesa di Santa Fosca

Completa, insieme al perduto battistero, il complesso cultuale bizantino è del XI secolo ed ha pianta a croce greca contornata da un portico ottagonale con archi a piede rialzato e capitelli scolpiti.

Raro ed interessante è l’impianto architettonico teso a realizzare il raccordo tra la pianta quadrangolare della base e quello circolare della cupola.

Il Campanile

Spicca da lontano, sul piatto panorama della laguna nord, la sagoma del Campanile, una robusta torre quadrata con fusto a lesene e cella campanaria a quadrifore, risalente anch’esso al XI secolo.

Trono di Attila

Sul prato antistante la Cattedrale si trova una sedia di pietra, che la tradizione popolare attribuisce ad Attila. 

Probabilmente era un seggio riservato ai magistrati incaricati di amministrare la giustizia.

Ponte del Diavolo

Il ponte in pietra, che scavalca un canale interno, conserva la struttura originaria senza parapetto, caratteristica dei ponti veneziani più antichi.

Numerose, ma poco convincenti, le spiegazioni sull’origine del nome.

Aggiornamento 2020

Un'importante scoperta archeologica suggerisce per Venezia origini carolinge e non bizantine.

Nel corso dei lavori di restauro, guidati dal Professor Diego Calon dell'Università Ca' Foscari, sotto il tetto della Basilica di Santa Maria Assunta, sono venuti alla luce affreschi del IX secolo, i più antichi mai rinvenuti nell'insediamento lagunare:
La vergine Maria e San Martino, immagini sacre ed estremamente espressive, dipinte con inconfondibile stile carolingio, contribuiscono all'interpretazione di un periodo storicamente ancora poco chiaro.
Scavi effettuati in questi ultimi anni dall'equipe di Ca' Foscari, avevano già evidenziato in situ la presenza di magazzini e strutture portuali.
Nel corso del restauro dei mosaici e delle murature delle absidi, resosi urgente dopo l'eccezionale acqua alta del novembre 2019, è stata effettuata questa nuova importante scoperta.
Sulle origini di Venezia, tra gli studiosi continua l'annosa disputa: nata sotto il potere dell'Impero Bizantino o sotto quello carolingio del Sacro Romano Impero?

 

Fonti: G.Piamonte 'Litorali ed Isole'

         R: Polacco 'La Cattedrale di Torcello' 

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