La leggenda del merletto di Burano
dalla schiuma del mare un dono prezioso
La cantilenante parlata dei buranelli, che allunga e quasi raddoppia le vocali, ricorda il rollio delle onde del mare e risuona di voci di popoli antichi orgogliosi delle loro tradizioni e legati alle loro radici.
Nella piccola realtà di quest'isola colorata e pittoresca, per secoli la sua comunità ha mantenuto i tempi lenti della pesca e i modi semplici e genuini di chi conosce la fatica di vivere.
Sarà per questo che il primo sorprendente effetto che colpisce un visitatore che arriva a Burano è quello di ritrovarsi meravigliosamente immerso nel senso più autentico e pieno della vita, senza filtri, senza sovrastrutture, sembra così di poter ritrovare il nome e il posto giusto da dare alle cose.
Facile e naturale diventa allora seguire il filo narrativo che lega i nomi delle calli o dei campielli alle storie e ai personaggi che hanno popolato quest'isola.
I buranelli amano raccontare le loro tradizioni ma ancora di più amano le loro leggende che mantengono vive arrichendole ogni volta di nuovi particolari.
L'arte del merletto, che ha reso famoso nel mondo il nome di questa piccola isola, non poteva che avere origini mitiche e fiabesche:
Fu un giovane buranello, fidanzato con una ragazza del posto, a meritarsi un dono così prezioso come riconoscimento per la sua fedeltà e premio per la sua virtù.
Narra la leggenda che il giovane, che si trovava in mare aperto con la sua barca, tentato dal canto fascinoso delle Sirene, come novello Ulisse resistette al richiamo suadente per amore della sua bella.
La Regina delle Sirene, ammirata dalla prova di fedeltà del pescatore colpì con la coda il fianco della barca sollevando una massa candida di schiuma che formò un magnifico velo da sposa.
Il giorno delle nozze fu tanta l'ammirazione che suscitò questo prezioso dono che le donne di Burano con l'ago e un filo sottilissimo impararono a confezionare un tessuto che fosse all'altezza del dono fiabesco.
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