Ridotta Isabelle
Nella legione straniera senza ritorno da Dien Bien Phu. Lettere 1052-54
Save the date
Description
Ateneo Veneto in collaborazione con Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
Presentazione del volume
RIDOTTA ISABELLE
NELLA LEGIONE STRANIERA SENZA RITORNO DA DIEN BIEN PHU. LETTERE 1952-54
di Antonio Cocco (Terre di mezzo Editore)
Modera: Michele Gottardi, direttore della rivista “Ateneo Veneto”
Partecipano:
Alessandro Casellato, docente di Storia contemporanea, Università Ca’ Foscari
Gianluigi Cortese, giornalista
Nicola Maranesi, storico dell’Archivio diaristico nazionale e divulgatore
Lettura di alcuni brani dell’epistolario: Innocenzo Capriuoli e Arianna Favaretto Cortese
Un dolore familiare che diventa memoria condivisa per una vita spezzata; una bravata giovanile che si trasforma in un viaggio senza ritorno.
Antonio “Toni” Cocco, nato a Padova il 10 novembre 1933, quinto di dieci fratelli, frequenta il terzo anno di Ragioneria all’istituto Paolo Sarpi di Venezia quando, il 24 maggio 1952, scappa dopo un’interrogazione andata male. Lascia la casa in fondamenta del Soccorso, a Dorsoduro, e con un amico entra senza documenti in Francia, attraversando in modo rocambolesco le Alpi sopra Bardonecchia.
Arrestato a Modane, è ricattato: o torni in Italia e finirai in carcere - e magari tuo padre poi non ti vorrà più con sé - oppure ti arruoli nella Legione Straniera. Toni sceglie la Legione Straniera, senza sapere cosa sia. Ha 18 anni e quindi a quell’epoca è minorenne, ma la legislazione francese consente l’ingaggio di diciottenni stranieri (non dei francesi) anche senza il consenso paterno.
Antonio spedisce una cartolina da Marsiglia all’imbarco per l’Algeria. Poi dal 18 giugno comincia a scrivere lettere, prima dall’Algeria, poi dall’Indocina. Non smetterà mai, usando una lingua italiana sempre più incerta e ricca di francesismi, fino alla morte nel 1954: a Dien Bien Phu, nella Ridotta Isabelle, l’ultimo caposaldo francese conquistato dall’esercito del Viet Minh. Lettere scritte anche in trincea, in condizioni impossibili, che raccontano del duro addestramento, del carcere punitivo, del tentativo di fuga scoperto quando la libertà era ormai riconquistata, di sventagliate di mitra e bombe, assalti all’arma bianca, saccheggi, ma anche di amore, amicizia, solidarietà, del desiderio di tornare in famiglia.
All’Archivio dei Diari sono depositate solo le 134 lettere di Antonio conservate dal padre Luigi, che era vicedirettore del Credito Italiano a San Salvador, il quale attraverso canali governativi e diplomatici tenta invano in ogni modo di riportare il figlio a casa e avvia una vertenza con la Francia sulle regole dell’arruolamento nella Legione.
L’epistolario di Antonio Cocco è vincitore del Premio Pieve Saverio Tutino 2017, pubblicato in “Ridotta Isabelle” con la prefazione dello storico Umberto Gentiloni Silveri dell’Università La Sapienza di Roma e l’introduzione di Gianluigi Cortese, giornalista e figlio di una sorella di Antonio Cocco.
La famiglia Cocco, che non ha mai potuto fare rimpatriare neppure la salma di Toni, ha tenuto dentro di sé il dolore per oltre sessant’anni prima di esternarlo e farlo diventare memoria condivisa.
L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti.
Sponsorizzato da
Show dates details
Disclaimer
I testi e le immagini inserite nei post sono solo in parte opere degli autori degli articoli e loro proprietà.
Immagini e testi sono talvolta tratte dal web indicando, dove possibile, fonte e autore e vengono pubblicate per scopi esclusivamente illustrativi, nel rispetto del comma 1-bis dell’articolo 70 della legge n. 633 del 22 aprile 1941, “Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio”.
Qualora la loro pubblicazione violasse specifici diritti di autore, si prega di comunicarlo per la tempestiva rimozione.