Venezia fu più di ogni altra, la città che celebrò le composizioni religiose di Stravinskij, in particolare il Canticum Sacrum (in latino), omaggio personale del musicista alla laguna e alla musica del Rinascimento. Secondo Stravinskij il latino era la lingua del sentimento religioso.

Nelle Cronache della mia vita Stravinskij racconta:
“Ho sempre pensato che per le cose che riguardano il sublime occorra un linguaggio speciale e non quello usuale. E’ per questo motivo che cercai di capire quale fosse la lingua più appropriata al lavoro progettato e, finalmente, mi fermai sul latino. La scelta presentava un ulteriore vantaggio: avevo a disposizione una materia non solo morta, ma addirittura pietrificata, diventata monumentale e immunizzata contro ogni civilizzazione”.


Nel 1956, il cardinale Roncalli, patriarca di Venezia e futuro papa Giovanni XXIII, esaudì il desiderio di Stravinskij di aprire la Basilica di San Marco alla musica orchestrale.
Fu un grandissimo successo. Il cardinale Roncalli infatti, aveva chiesto che in Piazza San Marco fossero installati degli altoparlanti dai quali tutti poterono ascoltare la musica di Stravinskij.
La Piazza venne così trasformata in una gigantesca sala da concerto.

Stravinskij morì a New York il 6 aprile 1971, a ottantotto anni, a causa di un'insufficienza cardiaca e per suo espresso desiderio venne sepolto nell'isola di San Michele, vicino alla tomba del suo collaboratore di vecchia data, Djagilev, il giorno 15 dello stesso mese.

G.D.


 
 
 
 
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