Venezia in Campo - programma 8 giugno
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Descrizione
18:30 | Caffè dell'Innovazione con Associazione Principi Attivi - per la cultura della legalità in Veneto
Modera Radio Ca' Foscari
21:30 | Il servitore di due padroni per baracca e burattini, di Carlo Goldoni.
Ideato e costruito da Antonella Zaggia e Piermario Vescovo
Associazione Teatro all'Insegna dell'Orso in Peata
I Principi ATTIVI in conversazione con Nicolò Groja – Caffè dell’Innovazione
QUANDO L’INNOVAZIONE È SOCIALE
Come si innovano (o rinnovano) spazi che sono appartenuti alla mafia?
Un viaggio nei beni confiscati alla mafia della Riviera del Brenta per scoprire percorsi di innovazione sociale che hanno portato alla rinascita di luoghi, sotto il segno della cultura e della voglia di cambiamento.
Principi ATTIVI: è un’associazione di promozione sociale che si occupa di tematiche relative alla legalità, alla giustizia sociale, ai beni comuni, ai diritti umani, all’inclusione sociale e all’intercultura.
Nicolò Groja: dottorando di Lettere Moderne, è anche Station Manager di Radio Ca’ Foscari. È Autore di diversi programmi tra cui Bei come il Soul, A tavola con l’artusi, Palle di Cuoio.
Il servitore di due padroni per baracca e burattini – Associazione Teatro dell’orso in Peata
Ideato e costruito da Antonella Zaggia e Piermario Vescovo
Il Servitore di due padroni
per baracca e burattini
di Carlo Goldoni
con Linda Bobbo, Ludovica Castellani, Maria Ghelfi, Marika Tesser, Antonella Zaggia
aiuto regia di Michela Degano
collaborazione tecnica di Marco Zoccarato
uno spettacolo ideato e costruito da Antonella Zaggia e Piermario Vescovo
in collaborazione con Teatro a l’Avogaria
Una compagnia composta da cinque attrici-manovratrici di burattini propone una versione “da camera” o “in scala” della celeberrima commedia di Carlo Goldoni, cercando soprattutto di sfuggire agli stereotipi, tra lazzi e acrobazie.
La pretesa è di riscoprire la “meccanica” scenica ad orologeria, che si sostanzia qui in una “macchina” che contiene lo spettacolo: una baracca su ruote, che contiene e genera spazi, luoghi e, soprattutto, il vorticoso procedere dell’azione fino all’invenzione con cui Goldoni aveva completato il disegno originale dello studioso francese di antichità, Jean-Pierre des Ours de Mandajors, autore del canovaccio di partenza per la Comédie italienne di Parigi. L’invenzione, appunto, di un complicatissimo servizio di Truffaldino, in contemporanea, ai tavoli in cui pranzano separatamente i suoi due padroni, di cui ciascuno nulla sa dell’altro.
Ripensare un vecchio scenario significava appunto per Goldoni tornare a mettere in tavola piatti già molte volte assaggiati dal pubblico: «No consiste tanto un bel disnar in te le pietanze, ma in tel bon ordine: val più una bella disposizion, che no val una montagna de piatti»
Più che a un’esile trama per imbandire lazzi e improvvisazioni, il Servitore di due padroni ci è sembrato, rimettendoci mano, una raccolta di cover: quelle canzoni che tutti conoscono, che gli interpreti, e non solo i grandi, provano a reinterpretare. Se ne era accorto nientemeno che Mozart, che racconta al padre in una lettera del febbraio 1783 l’idea, anzi il progetto, di scrivere un’opera mettendo in musica, tradotta in tedesco, la commedia goldoniana.
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