Paolo Rumiz
Strade, confini, popolazioni: diari di un viaggiatore
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Descrizione
Paolo Rumiz
Strade, confini, popolazioni: diari di un viaggiatore
Il giornalista e scrittore Paolo Rumiz conversa con
Antonella Magaraggia, Presidente Ateneo Veneto
Mara Rumiz, responsabile dello sviluppo dei progetti Emergency Venezia
Se c’è qualcuno che di viaggi se ne intende e che sa narrare storie di cammini e di frontiere, quello è senz’altro Paolo Rumiz.
Giornalista e scrittore con più di venti libri all’attivo, di cui molti dedicati all'esplorazione dei territori, triestino, figlio di una delle frontiere più mobili d'Europa, Rumiz legge le mappe e i libri con la stessa avidità, e considera le scarpe altrettanto importanti dei bloc notes ai fini della narrazione
E’ lui l’ospite d’onore del nuovo appuntamento della rassegna “ATENEOinVIAGGIO” dedicata a viaggi e viaggiatori di ieri e di oggi.
Il ritmo del cammino, il mare, il vento, l’effetto di un confine vicino sono tutte suggestioni che Paolo Rumiz conosce molto bene e di questo converserà assieme alla Presidente dell’Ateneo Veneto Antonella Magaraggia e con Mara Rumiz, responsabile dello sviluppo dei progetti di Emergency di Venezia, anche lei viaggiatrice instancabile nei paesi in cui l’associazione umanitaria opera.
Su “Il Piccolo” di Trieste e poi su “La Repubblica” Paolo Rumiz ha rilanciato con successo il genere del “feuilleton” a puntate, sotto forma di storie di viaggio. Per “La Repubblica” ne ha realizzati quindici, a partire dal racconto di una traversata in bicicletta dall'Italia alla Turchia (2001), fino alla storia della camminata sull'Appia antica, “ritrovata” dopo secoli di oblio.
Come reporter ha seguito il crollo della Cortina di ferro, il conflitto jugoslavo, la nascita dei populismi, l'inizio dell'ultima guerra in Afghanistan e l'indebolirsi dell'Europa nel tempo delle migrazioni.
Nel centenario della Grande guerra ha costruito col regista Alessandro Scillitani un corpo di dieci film basato su un viaggio su tutti i fronti d'Europa.
E' stato voce narrante anche nel rappresentazione teatrale della sua ballata in versi “La Cotogna di Istanbul” e del suo racconto “Gulaschkanone” dedicato alle migliaia di giovani delle sue terre caduti in divisa austro-ungarica sul fronte russo durante la prima guerra mondiale.
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