DAL DOGE RE AL DOGE MAGISTRATO. LE INDIPENDENZE DI VENEZIA
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DAL DOGE RE AL DOGE MAGISTRATO. LE INDIPENDENZE DI VENEZIA
Conversazione fra Giorgio Ravegnani e Pier Alvise Zorzi
Libreria La bottega di Manuzio.
Per il ciclo di incontri culturali avviato lo scorso novembre, la libreria La bottega di Manuzio organizza una conversazione fra lo storico Giorgio Ravegnani e lo scrittore, profondo conoscitore di Venezia, Pier Alvise Zorzi.
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili (massimo 20). Si consiglia la prenotazione. Informazioni info@labottegadimanuzio.com | 347 3386715.
La millenaria storia di Venezia trova espressione soprattutto nella vicenda dei suoi dogi, che ressero lo Stato dalle origini fino alla caduta della Repubblica nel 1797. Se ne annoverano 120 distribuiti fra VII/VIII e XVIII secolo.
Ma la figura del doge veneziano andò soggetta nel corso del tempo a vistosi cambiamenti, che la modificarono completamente. Nato come funzionario bizantino, il doge dei primi tempi aveva poteri molto ampi e, come tale, tendeva a rendere ereditario il proprio potere. Questa situazione cominciò a modificarsi già nei primi anni dell’XI secolo. A Venezia si stava infatti consolidando un’aristocrazia potente, che desiderava essere arbitra del potere reale e non delegarlo a un’unica persona. Il sorgere e lo sviluppo del Comune furono fatali per il potere del doge: prima col Consiglio di sapienti, che lo affiancava nella gestione della cosa pubblica, poi col Maggior Consiglio e gli altri noti organismi tipici della costituzione veneziana il doge finì per diventare sempre più un capo di Stato per lo più privo di poteri propri.
In tutto questo processo tuttavia non venne mai meno la sostanziale autonomia veneziana: il doge delle origini era sì nato sotto il dominio bizantino, ma non fu mai un pedissequo esecutore degli ordini di Costantinopoli. Il doge dell’età piena non fu ugualmente un’incolore espressione della volontà del ceto dominante ma, al contrario, seppe fondersi con questo e rappresentare la diversità e la sostanziale originalità della storia di Venezia.
Giorgio Ravegnani insegna attualmente Storia dell’Italia bizantina all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nella stessa università ha prestato servizio dal 1979, diventando nel corso degli anni professore associato di Storia Bizantina e quindi professore ordinario di Storia Medievale. Fra le sue pubblicazioni più recenti si segnalano: Il doge di Venezia (2013); La vita quotidiana alla fine del mondo antico (2015); Andare per l’Italia bizantina (2016); Teodora (2016); Galla Placidia (2017); ; Il traditore di Venezia. Vita di Marino Falier doge (2017); Ezio (2018); I Bizantini in Italia (nuova edizione 2018).
Pier Alvise Zorzi. Di “casa vecchia” patrizia veneziana, dopo una quarantennale carriera ai vertici di Agenzie di Comunicazione internazionali e come autore e conduttore televisivo per programmi culturali, oggi continua la tradizione familiare di difesa e divulgazione della specificità di Venezia, scrivendo come opinionista e partecipando in prima persona a molte iniziative per la salvaguardia di Venezia. Tra i suoi libri ricordiamo “Venezia, il Canal Grande” e "Venezia, da San Marco a Sant'Elena, il Cuore del Mondo".
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