Dal 28/11/2017 al 22/12/2017
Conservatorio di Musica "Benedetto Marcello"

Sonate per pianoforte - Mozart

Pianoforte a 4 mani e 2 pianoforti

mozart

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Descrizione

Tre cose sono necessarie per un esecutore: l'intelligenza, il cuore, le dita.
Wolfgang Amadè Mozart (1756-1791)

Le Sonate per pianoforte, pianoforte a 4 mani e 2 pianoforti

Docenti e Allievi del Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello”
coordinamento artistico e organizzativo di Massimo Somenzi
in collaborazione con lAssociazione Amici della Musica “Giorgio Vianello” di Bassano del Grappa
  • Anna Barutti
  • Giovanni Bertolazzi
  • Fabio Grasso
  • Isabella Lo porto
  • Sandro Manarin
  • Maya Oganyan
  • Lorenzo Padrin
  • Maria Perrotta
  • Emma Pestugia
  • Massimo Somenzi
  • Leonardo Verona
  • Gabriele Maria Vianello Mirabello
  • Lorenzo Visentin
     

Conferenza introduttiva

di Massimo Somenzi
 
Le Sonate per pianoforte di Mozart
Venezia, Aula 47 del Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello”
martedì 28 novembre 2017, ore 17.00
 
Bassano del Grappa, Cappella Mares di Ca’ Erizzo Luca
sabato 11 novembre 2017, ore 16.30
 
Questo progetto si è potuto realizzare esclusivamente grazie alla generosità di Nicola Giol, a Lui vanno i più sentiti e commossi ringraziamenti della Scuola di Pianoforte del Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello” di Venezia.
 
Le sonate e le variazioni per pianoforte scritte da Wolfgang Amadeus Mozart hanno conosciuto nel tempo una sorte altalenante, ben diversa da quella rappresentata dal mastodontico corpus sonatistico beethoveniano, da sempre ritenuto una delle tappe fondamentali della parabola creativa di quest’ultimo compositore.

Questa veste - solo apparentemente minore - è legata a tanti aspetti, spesso complessi e che comunque mai coincidono con un giudizio di merito circa il reale valore delle composizioni tastieristiche; una loro datazione possibile sarebbe potuta derivare dal fondamentale Verzeichnis alles desjenigen was dieser 12-jährige Knab […], compilato nel 1768 da Leopold Mozart, che comprende in una descrizione verosimilmente fedele l’insieme delle composizioni scritte sino a quel momento dal giovane Amadeus, ma la quasi totalità della produzione tastieristica risulta essere posteriore. Potrebbero allora essere presenti nella catalogazione manoscritta realizzata dal febbraio 1784 sostanzialmente sino alla morte dallo stesso loro autore, ma anche qui la loro presenza è davvero sporadica.
 
E’ quindi giocoforza doversi riferire al lavoro di Ludwig Ritter von Köchel, che colma però l’imbarazzante ‘buco’ di 18 anni di silenzio catalografico con troppe incertezze e con numerose imprecisioni; sarà solo la fondamentale correzione proposta dal musicologo Alfred Einstein, a rendere parzialmente giustizia alla cronologia delle opere e a lasciare tuttavia comunque ancora margini di incertezza circa l’effettiva datazione di tante musiche del grande compositore salisburghese, tra le quali la quasi totalità delle composizioni per tastiera (ove l’incertezza della destinazione esecutiva – voluta – premia proprio la possibilità di un uso frequente e alternativo del fortepiano e, prima di esso ma non solo, del clavicembalo).
 
Mozart dedica quindi una parte limitata del proprio tempo alla composizione solistica per pianofortema questo non deve apparire né una trascuratezza e neppure un sintomo di scarsa simpatia nei confronti di questo genere: i motivi vanno probabilmente cercati considerando una concezione utilitaristica della musica, che prima della rivoluzione francese assegna un ridotto peso economico a queste composizioni (spesso largamente piratate) per quanto riguarda le versioni a stampa e una minore possibilità di guadagno rispetto alla grande tradizione dell’opera in musica prima e del nascente concerto pubblico poi.
 
Realizzate nel pieno dello stile classico, le sonate mozartiane puntano ad una presenza molto fitta della forma sonata in tutti e tre i tempi, situazione che più tardi rappresenterà un obbligo solo per il primo tempo della composizione. All’interno della scansione tradizionale che pone il tempo lento al centro, incorniciato da due tempi veloci, risultano per la verità poche ma fondamentali eccezioni: quella di gran lunga più significativa è data dalla K. 331, che pone il Tema con variazioni in apertura di composizione (e si ricordi che questa tecnica compositiva rappresentava la chiave dell’insegnamento sia di Wolfgang sia - ancor più - di Leopold…), seguita dal Minuetto e conclusa dalla celebre “Marcia”, una delle turcherie così di moda in un’epoca nella quale l’impero ottomano aveva finito di impaurire (esattamente un secolo prima l’esercito era alle porte di Vienna) e il turco veniva finalmente e generosamente dipinto nel libretto del Ratto dal serraglio di Stephanie persino come un avversario generoso e dotato di rara umanità.
 
Ci troviamo di fronte quindi ad un genere solo apparentemente trascurato e comunque soprattutto per motivi economici; e non dobbiamo mai dimenticare che all’interno dello stile classico Mozart (e le sue sonate in particolare) rappresenta una condizione particolare: all’interno della triade viennese, Haydn trova maggiore continuità in Beethoven (paradossalmente, vista l’inimicizia tra i due) mentre Mozart che tanto diverso è da Haydn (al quale pure è tanto legato) raggiunge le vette più significative e ne resta isolato, olimpico, senza poter contare alla fine su un valido successore anche in questo ambito, ammantandosi di uno splendido isolamento. Dopo l’integrale delle sonate beethoveniane la riproposizione delle sonate mozartiane suoni con un doveroso omaggio alla grandezza del massimo compositore salisburghese e un completamento del panorama tastieristico classico.
 
- Franco Rossi, Direttore del Conservatorio “Benedetto Marcello” -
 
 
 
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Informazioni aggiuntive

Dettagli e info nelle news del sito www.conservatoriovenezia.net

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